Come si scrive un fantasy? Qualche consiglio su come iniziare

Il fantasy è una tipologia di racconto che si colloca sulla frontiera estrema della scrittura, in cui molto di ciò che viene narrato non corrisponde al reale. Qui l’assurdo diventa un qualcosa di necessario, si ha una celebrazione del falso.

Con il tempo sono diventati tanti gli appassionati di storie fantastiche che sognano, almeno una volta nella vita, di poter creare un proprio racconto, alcuni dei quali senza aver letto molto e aver fatto le giuste ricerche. Ma un autore che non si sa documentare o che non abbia voglia di farlo ha già perso la sua sfida in partenza, anche se fortunatamente di solito la voglia di informarsi è un piacere che cammina di pari passo con l’attività dello scrivere.

Ciò che porta soprattutto gli inesperti a optare per questo filone letterario è il fatto che sembrerebbe un genere poco impegnativo, perché ci si trova in un mondo totalmente o parzialmente inventato, dove ogni autore scrive le proprie regole e tutti i personaggi possono fare ciò che loro vogliono. Ma proprio questa libertà rende tutto il lavoro più difficile.

Spesso vi è anche una tendenza a voler imitare il successo altrui, con la speranza di poterne avere altrettanto, e conquistare nuovi lettori. Quello che spinge lo scrittore a scegliere questo genere, però, deve essere il sentirsi a proprio agio con questa tipologia di racconto, si deve avere la spinta a esplorare mondi lontani, l’attrazione per l’ignoto, un minimo di interesse per la storia antica e la mitologia.

Per dare un aiuto a chi sceglie di intraprendere questo percorso di scrittura, sono stati pubblicati diversi libri e articoli che danno alcune dritte su come scrivere racconti fantastici. Questi non garantiscono il successo di ciò che si andrà a raccontare, ma sono un valido aiuto per realizzare un lavoro migliore, che soddisfi sia l’autore che i lettori, perché le difficoltà da affrontare nella preparazione di una storia sono molte, e creare un mondo nuovo non è attività di tutti i giorni, per cui è necessario mettersi di impegno affinché tutto funzioni correttamente.

Anche questo articolo si propone di dare una mano, specialmente a chi si trova alle prime armi. Tutto ciò che si trova scritto qui, come anche nei manuali di scrittura, è solo un consiglio, poiché non esistono regole sempre valide e immutabili su come costruire il proprio racconto.

Le prime fasi

  • Per prima cosa è necessario che si abbia un’idea di base concreta, che sia diversa da ciò che è già presente negli scaffali di molte librerie. J.K Rowling, ad esempio, ha affermato di aver avuto l’ispirazione per la sua storia nel 1990, mentre prendeva un treno diretto a Manchester, iniziando a scrivere qualcosa quella stessa sera e continuando poi durante le pause pranzo nei successivi cinque anni.

Nessuna intuizione deve essere abbandonata all’inizio, perché non è detto che la storia che si ha in mente potrebbe non avere successo. Nel caso della Rowling, infatti, può darsi che l’autrice non si aspettasse la fama che ha effettivamente avuto. Si consiglia, quindi, di continuare a sviluppare il tutto e decidere in un secondo momento se valga la pena portarlo avanti o meno.

  • Fondamentale è leggere quante più storie fantasy possibili, cercando di adottare uno spirito critico mentre si sfogliano le pagine.

Bisogna comunque stare attenti, perché uno dei rischi più grandi in cui un autore si può imbattere è che la sua creazione sembri la copia dello stile di altri autori. Per questo motivo è necessario essere critici anche nei confronti del proprio racconto e rendersi conto da sé se ciò che si ha davanti è un qualcosa di nuovo o l’imitazione di qualcos’altro.

Ovviamente il consiglio è quello di non leggere solo i titoli più famosi, ma anche qualcosa di nuovo e/o meno conosciuto, ma che sia comunque ben costruito. Sono tante le scelte che si possono fare, perché sono altrettanti i sottogeneri che si possono prendere in considerazione: dall’urban fantasy, che ha un’ambientazione moderna e quotidiana, al dark fantasy, che è più cupo e vicino all’horror.

  • È altresì importante inquadrare il genere effettivo a cui apparterrà la storia, poiché è troppo generico parlare soltanto di fantasy. Come scritto pocanzi, infatti, si sono sviluppati diversi sottogeneri, di cui il più conosciuto probabilmente è il fantasy epico, in cui si ritrovano elementi sovrannaturali e narrazioni di grandi viaggi.
  • Quando si ha a che fare con il fantastico, bisogna tenere in considerazione che due cose che non possono mancare sono originalità e unicità. Ormai capita spesso che ci siano autori che mostrano un rifiuto per i soliti personaggi ed elementi che ormai da decenni popolano il mondo fantasy.
  • Deve essere sicuramente presente qualche elemento di fantasia, che non necessariamente corrisponde a un’ambientazione immaginaria e articolata, ma basta che si tratti di qualcosa lontano dalla realtà.

Non è detto che all’interno del libro si debbano per forza inserire magia, avventure epiche o creature come unicorni e draghi, ma si può collocare il tutto ai giorni nostri, in un luogo realmente esistito e con personaggi realistici. Anzi, se elementi non convenzionali vengono utilizzati ai giorni nostri o in posti a noi conosciuti è più facile che il tutto risulti originale.

  • È necessario imporsi delle regole da seguire, essere coerenti e non infrangerle, perché questo non farebbe altro che frustrare il lettore. Non si deve cedere alla tentazione di cambiarle: scriverle in delle note può essere d’aiuto per evitare di contraddirsi durante la stesura.
  • Un ruolo essenziale è dato alla credibilità: quando uno scrittore si accinge a creare un nuovo mondo deve farlo con cura e attenzione. Il fatto che all’interno di un testo sia presente un elfo, così come può esserlo un alieno, non dà il permesso di lasciarsi andare a una scrittura superficiale. Rendere credibile ciò che non è reale è una delle prove più complicate che l’autore possa affrontare, e senza l’approccio corretto si possono avere risultati fallimentari. Uno scrittore che si appresti a gettare le basi del suo mondo deve entrarci dentro davvero, muoversi per le vie della città, tra i boschi, camminare nei corridoi delle navi spaziali, osservare il sorgere di una terza luna, ecc. Il tutto non deve essere improvvisato, ma deve essere nella mente di chi scrive prima ancora della stesura del racconto, in modo che ciò non miri l’attendibilità di ciò che verrà pubblicato.

Il lettore non deve avere l’impressione che i personaggi vivano in un mondo in cui non esistono edifici come le scuole di magia, ma dovrà essere nella storia, e l’autore deve stare al suo fianco, rimanendo nel contempo invisibile. È molto facile scadere nell’infodump, nell’eccesso di informazione, ovvero quelle fasi in cui si vorrebbe dire ciò che andrebbe invece fatto capire. Il mondo va fatto vivere, non raccontato, perché altrimenti si perde tutta la magia della scrittura.

Un mondo fantastico ha parametri di normalità differenti che bisogna imparare a vivere come la norma, ma non si deve scadere in eccessi di informazione per la sola smania di spiegare. È il contesto nel suo insieme che deve dare misura di ciò che è. Il lettore capirà il mondo frase dopo frase, anche attraverso i personaggi e il loro modo di pensare e agire, non tramite delle descrizioni messe per dire qualcosa che lo scrittore non sa far percepire. Quando è possibile è sempre meglio descrivere attraverso l’azione piuttosto che esplicitare ciò che sta pensando un personaggio. Più l’autore riesce a nascondersi tra le parole, migliore è l’effetto. La progettazione narrativa è, specialmente nel fantasy, un metodo utile che permette ad una storia banale e già letta di diventare una storia originale che risveglia l’interesse del pubblico

La storia

Nei racconti fantastici ci sono spesso colpi di scena e cambiamenti, per cui avere uno schema già pronto rende più facile e veloce il processo di scrittura. Per il libro si può decidere, ad esempio, di utilizzare una struttura con titoli e sottotitoli, in cui i titoli di solito (ma non sempre!) sono indicati da numeri romani, i sottotitoli da numeri arabi o lettere minuscole.

Può essere d’aiuto, ma non è necessario, l’utilizzo dello schema narrativo del Viaggio dell’eroe di Christopher Vogler (di cui si consiglia la lettura), un famoso sceneggiatore della Disney che è partito dai modelli di mito individuati dall’antropologo Joseph Campbell per creare una struttura narrativa basata su uno studio scientifico di come funziona il nostro cervello. A questo si sono ispirati già molti autori del genere fantastico.

Può essere utile fare l’introduzione del problema centrale della storia nelle prime fasi del racconto, così da spingere l’eroe al conflitto e dargli poi l’opportunità di superarlo, come accade in Hunger Games, in cui la protagonista Katniss Everdeen si offre volontaria al posto della sorella come tributo.

Spesso la svolta nella storia avviene quando il protagonista o la protagonista lascia la propria casa e mettersi in viaggio verso l’obiettivo. Il protagonista dovrebbe avere anche l’opportunità di risolvere alcuni conflitti minori, in modo che questi possano aiutarlo a evolversi, testando i punti di forza e le capacità, così da arrivare pronto alla sconfitta del “male”.

È sempre un bene appuntarsi più cose del necessario, anche se ciò che si ha in mente non andrà a finire nella stesura finale del romanzo, perché anche solo essere a conoscenza di questi particolari aiuterà a conferire complessità e profondità al proprio mondo.

La trama

Generalmente in un libro fantasy abbiamo diverse fasi, più o meno distinte tra loro:

  • Un inizio e descrizione dei personaggi;
  • Un punto di svolta che conduca verso una o più avventure;
  • Lo sviluppo centrale della storia, in cui i personaggi andranno ad affrontare delle prove che devono superare;
  • La sfida finale e la conclusione, che potrebbe essere anche aperta a nuovi sviluppi della narrazione stessa.

Ovviamente si tratta di uno schema generico, che non sempre viene rispettato.

Così come avviene ne Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin, è fondamentale che tutto ciò di cui si scrive sia impeccabile, perché è ciò che fa la differenza tra una storia di buona qualità e una scadenza. Se si hanno dei dubbi su alcuni intrecci, è meglio non inserirli. Per quanto i collegamenti tra i vari personaggi possano far sì che la storia risulti più avvincente, non è detto che questi portino all’effettivo successo o al raggiungimento del cuore del lettore.

I punti fondamentali nella scrittura di un romanzo sono:

  • La scenografia: non ha niente da dire da sola, ma un qualsiasi racconto non è nulla senza il “mondo” in cui è ambientato. Questo vale soprattutto per il fantasy, genere che non esisterebbe senza una terra misteriosa, un continente pieno di pericoli, ecc. Nella creazione dei luoghi è sicuramente buona cosa aiutarsi con esempi reali, studiando la geografia, guardando e mettendo su carta mappe piene di informazioni: una buona scenografia ispira molte storie, semplifica il processo di scrittura – evitando così di fare errori – e funge da base per racconti di grande spessore. Il sito CartographerGuild può dare una mano per questo processo.

Ogni scrittore deve quindi creare un’immagine chiara per i lettori dei luoghi di cui va a parlare, se si vuole che la storia sia realistica. La narrazione può svolgersi in un villaggio, una città, un pianeta e così via. Varie sono le scelte che si possono fare: basti pensare che la saga di Harry Potter è iniziata nell’Inghilterra dei giorni nostri per poi arrivare in un mondo nascosto, mentre la Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli è un ottimo esempio di un mondo interamente immaginario. Che si tratti di un mondo reale o di uno inesistente, l’importante è dare la cura e i dettagli di cui ha bisogno per risultare credibile.

Molti autori hanno incluso una mappa nei propri racconti fantasy, come fece Tolkien con la Terra di Mezzo, che può rivelarsi utile quando la storia si svolge in diverse località o narra di un lungo viaggio.

  • Il punto di vista: è una delle prime scelte che vanno fatte, perché questo andrà a determinare il modo in cui la storia viene racconta. Il POV (Point of View) sarà quello di un personaggio? Il racconto sarà in prima o in terza persona? La prospettiva consente allo scrittore di lasciare intenzionalmente alcune informazioni piuttosto che altre, in modo da aumentare la suspense e sorprendere il lettore in seguito. Solitamente nei fantasy viene utilizzato il punto di vista di un personaggio, di chi vive la storia.
  • I personaggi: senza di loro la storia non avrebbe senso di esistere. La loro descrizione è un elemento interessante perché permette di comprendere quanto loro siano forti e allo stesso tempo simili all’uomo. Si dovrebbero dare loro dei punti di forza e di debolezza, legati ad un obiettivo da raggiungere, in modo da conferire loro tridimensionalità. È un passaggio necessario, specialmente nel caso dei protagonisti, che influenzano in maniera decisiva il racconto. Bisogna cercare di pensare con la loro testa, farsi guidare dalla loro personalità, cercare di vivere con loro, di vivere le loro storie.

La creazione dei personaggi è un’arte: loro devono avere un’anima che non corrisponda a quella dello scrittore, bisogna farli brillare di luce propria.

Avere delle cartelle con le varie caratteristiche dei personaggi, fisiche e caratteriali, serve per non perdere i loro tratti distintivi ed evitare errori come il parlare di una donna con i capelli biondi all’inizio del racconto, e ritrovarsela poi con i capelli scuri.

Per dare un ulteriore tocco fantasy alla storia si possono inserire creature non umane, che siano quelle più classiche (elfi, orchi, vampiri, ecc.) o create da zero. Nel caso in cui si decida di parlare di esseri già conosciuti, non si deve necessariamente seguire la norma: potremmo, infatti, avere a che fare con fate bugiarde o vampiri che possono tranquillamente camminare alla luce del sole.

  • Il contesto culturale e politico: le usanze e la storia locale aiuteranno a dare una maggiore verosimiglianza e spessore al racconto. Se il tutto è ambientato in un luogo realmente esistente, si possono scrivere aspetti che deviano dalla realtà.

Come già accennato, è molto importante che l’autore si informi, specialmente di argomenti riguardanti i miti e le antiche leggende. Alcune branche del fantasy, infatti, si rifanno agli usi e costumi del Medioevo, periodo che va conosciuto per ciò che è stato e non per ciò che siamo abituati a trovare in alcuni romanzi. Rifarsi a questo o ad altri periodi storici può essere sicuramente uno spunto per l’invenzione di alcune storie.

I miti e le leggende, in più, nascondono un mondo immenso e affascinante. Lo studio di questi elementi si può rivelare utile per scrivere un buon romanzo fantasy, in modo che si abbandonino schemi e cliché di cui i romanzi ormai fanno “abuso”, specialmente quando scritti da autori auto-pubblicati. Si potrebbero, ad esempio, accantonare le solite creature mitologiche utilizzate nei libri per riscoprire quelle nostrane, che sono tante e interessanti, come ad esempio Anguane, Diale, Manachicchi, Panas, ecc.

  • Lo sviluppo tecnologico della società: in base all’epoca in cui è ambientato il racconto, i personaggi utilizzeranno strumenti più o meno avanzati. Se la storia si svolge nel futuro, infatti, gli oggetti saranno quasi sicuramente evoluti, a differenza di quelli di una società più primitiva, in cui è più probabile trovare cavalli e carri al posto delle macchine.

Si devono tenere in considerazione anche armi e gli oggetti magici: nel primo caso bisogna approfondire le caratteristiche di questo mezzo, insieme alle abilità e l’equipaggiamento necessari per l’utilizzo. Per la magia, invece, si deve descrivere con precisione come questa si comporta: in Harry Potter e i Doni della Morte, ad esempio, per evocare i morti si deve ruotare tre volte la Pietra nella mano pensando alle persone care decedute.

  • Una volta che si ha già un mondo con i suoi abitanti, la storia deve iniziare ad essere meno fumosa, e i personaggi inizieranno a vivere le loro avventure.

L’utilizzo di qualche software per la scrittura può rivelarsi utile per l’organizzazione del romanzo, in modo da non rischiare di non perdersi. Prepararsi un metodo con cui segnare e salvare i propri documenti aiuta ad avere stimoli e raggiungere i propri obiettivi, anche perché la scrittura di un romanzo è un lavoro lungo, ed avere tutto pronto evita di sentirsi persi tra i troppi documenti una volta che si è arrivati a metà o fine testo.  

  • Il finale deve essere appropriato. Nella storia dovrebbe essere presente un climax, ovvero il momento clou dell’arco narrativo, che solitamente corrisponde alla sconfitta dell’antagonista. Il racconto può avere un finale triste o lieto, con l’eroe che potrebbe perdere o vincere. Si può anche optare di avere una vittoria parziale, in cui il male non è stato del tutto sconfitto: è una scelta saggia specialmente se si vuole scrivere un seguito del proprio racconto.

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