“La Ruota del Tempo”: recensione della serie targata Prime

Trailer ufficiale

Uscita: 19 novembre 2021

Piattaforma: Amazon Prime Video

Stagione: 1

Puntate: 8

Durata: 60 min (episodio)

Trama

In un mondo in cui la magia è rara e solo un gruppo di donne è in grado di utilizzarla, Moiraine Damodred, appartenente all’organizzazione tutta al femminile delle Aes Sedai, giunge al villaggio di Emond’s Field, nei Fiumi Gemelli. Da lì inizia viaggio insieme a quattro giovani, convinta che uno di loro sia la reincarnazione del Drago Rinato, colui che è destinato a salvare o distruggere l’umanità.

Recensione

Che il fantasy stia avendo un ruolo sempre più importante anche sul piccolo schermo, lo dimostra il fatto che La Ruota del Tempo è stato il miglior debutto per una serie di Amazon Prime Video, tanto da raggiungere in poco tempo il miliardo di minuti di streaming e avere un punteggio alto su Rotten Tomatoes.

È già prevista l’uscita di una seconda stagione, probabilmente tra la fine 2022 e l’inizio 2023.

Nonostante il successo della serie, non è difficile notare che al suo interno ci siano innumerevoli cose che non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Complice probabilmente è il fatto che, essendo l’ennesima trasposizione televisiva di una saga fantasy fatta negli ultimi anni, viene quasi spontaneo da parte degli spettatori fare paragoni con altre serie ormai affermate, come Game of Thrones.

Partendo dalla sigla, nel complesso carina, trovo sia simile a quella di tante altre serie uscite negli ultimi anni, a partire dalla musica fino ad arrivare – in particolar modo – alla grafica. 

Indubbiamente mettere su schermo i 15 tomi di 700 e più pagine scritti da Jordan non è che un’impresa: si poteva già immaginare che si sarebbero perse parte di quelle minuzie che rendono un libro emozionante e vibrante, dovendo piegare ai propri bisogni la trama della saga.

Nella trasposizione televisiva, uno dei problemi principali è che si entra nella storia in medias res: ciò può portare in confusione gli spettatori che non hanno precedentemente letto la saga. Aver riassunto in otto puntate il primo romanzo ha ovviamente portato a dei tagli nella storia, e di conseguenza ci si è dovuti concentrare su alcune sottotrame piuttosto che altre, ma rimangono comunque parecchi i nomi dei personaggi da memorizzare e la storia è altrettanto complicata da seguire.

Non è ben chiaro dall’inizio quale sia l’effettivo ruolo della Ruota, informazione che ci viene invece fornita quasi subito nei libri. Per quanto andando avanti la storia si faccia sempre più interessante, si perde l’attenzione che si dovrebbe avere nei confronti dei protagonisti, poiché a volte si sposta troppo il punto focale su personaggi secondari.

Poteva essere fatto un lavoro migliore anche dal punto di vista degli effetti speciali, limitati principalmente all’evocazione dell’Unico Potere da parte delle Aes Sedai: una “misera” scia luminosa che si agita attorno a queste donne. Le ambientazioni esterne mostrano paesaggi spettacolari, mentre l’allestimento degli interni offre alle volte una visione troppo plastica e irreale che risulta a volte un pugno nell’occhio.

Spezzando una lancia a favore della serie, è stata ottima la scelta del cast: da Rosamund Pike, assolutamente adatta nel suo ruolo di Moiraine, agli attori più giovani, che nonostante l’età sono riusciti ad entrare bene nei panni dei loro personaggi.

Sicuramente un punto a favore è stata anche la presenza dell’attore Álvaro Morte, che aveva già conquistato molti fan per il ruolo de il Professore ne La Casa di Carta, mentre qui lo troviamo nelle vesti del potente Logain, un cattivo molto “dark”.

In una società che cerca di essere sempre più inclusiva, non si poteva non notare anche il femminismo di cui è impregnata la serie: le donne hanno un ruolo fondamentale, come si può notare dall’enorme potere dato al gruppo delle Aes Sedai.

A rendere il tutto più interessante è però la presenza di temi di stampo religioso e filosofico, trattati già nella controparte cartacea.

In sintesi, la serie risulta essere un grande successo per Amazon Prime, ma non riesce a dare comunque il dovuto rispetto alla saga originale di Robert Jordan. La trama è sicuramente affascinante fino alla fine, ma gli errori di produzione portano a non far appassionare del tutto lo spettatore. Il lavoro degli sceneggiatori risulta a volte poco profondo per il cattivo lavoro che è stato fatto con il materiale di partenza. Questo potrebbe preoccupare non poco i fan che sono in attesa dell’uscita de Il signore degli anelli: gli anelli del potere. Si spera dunque che le prossime stagioni restituiscano alla serie il successo che meriterebbe, al pari di tante altre trasposizioni fantasy.

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