The Batman: recensione del film con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano e Colin Farrell

Quello nel cielo non segnale, è un avvertimento.

Lui è Vendetta.

Lui è la Notte.

The Batman – Matt Reeves

Trama

È una settimana infernale quella tra la notte di Halloween e il 6 novembre: sulle note dell’Ave Maria di Schubert si assiste alla morte – nella sua dimora – dell’ex sindaco di Gotham, candidatosi per un nuovo mandato. Il detective James Gordon, con l’aiuto di un giovane Batman al secondo anno della sua carriera da vigilante, tenta di risolvere il caso, mentre nella città si assiste a una follia omicida che vede morire alcune tra le persone più influenti della città. Si scopre che il mandante è l’Enigmista, criminale amante di indovinelli ed enigmi, che vuole smascherare la rete di corruzione dei pezzi grossi di Gotham.

Allo stesso tempo il protagonista apprende un segreto che riguarda suo padre, il defunto Thomas Wayne, e il “re” della città, il boss della mafia Carmine Falcone. Grazie al viaggio che intraprende per la scoperta della verità, capisce che non deve essere un giustiziere, ma un simbolo di speranza per i cittadini.

Recensione

La regia di Matt Reeves, già noto per Cleverfield, Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie e tanti altri successi del mercato internazionale, ha sfornato un film con molti elementi di noir, genere cinematografico in voga negli USA durante la Seconda Guerra Mondiale, da cui riprende aspetti quali la voce fuori campo, l’ambientazione in una metropoli, la violenza, la femme fatale, ecc.

Sicuramente perfetta la scelta del cast: da Robert Pattinson, che è il sesto attore ad aver interpretato il Cavaliere Oscuro (dopo Michael Keaton, Val Kilmer. George Clooney, Christian Bale e Ben Affleck), a Zoë Kravitz nei panni di Selina Kyle/Catwoman, Colin Farrell con il suo Oswald Cobblepot/Pinguino, Jeffrey Wright nei panni di James Gordon e così via.

Per quanto riguarda la trama, così come per gli altri film di Batman, si può affermare anche in questo caso che non vi sia un adattamento totalmente fedele dei fumetti, ma per capire meglio la storia che viene rappresentata sullo schermo, ci si potrebbe rifare comunque a Batman: Anno due. Viene anche ripreso Il lungo Halloween, i cui autori sono ringraziati nei titoli di coda.

Il tutto segue il percorso di crescita di un giovane Bruce Wayne, intento inizialmente a cercare la vendetta adeguata all’omicidio del padre, piuttosto che dedicarsi agli affari della Wayne Enterprise e alla vita mondana, fatta di feste e donne. Il regista ha affermato che, per la creazione del suo personaggio si è ispirato alla rockstar Kurt Cobain, facendo diventare Batman un simbolo di speranza per i cittadini della città, spaventati e minacciati dal male.

Il protagonista fa anche da detective, e forti debiti con Sherlock Holmes per la sua natura investigativa. Il vigilante, però, è comunque ancora alle prime armi, di conseguenza ancora incline a commettere errori, oltre ad essere ancora legato all’idea della vendetta e della morte. Si tratta di un Batman non ancora ben definito, che ancora non ha ancora trovato il proprio ruolo di simbolo di salvezza. Non è l’eroe che tutti ci aspetteremmo, ma una persona fragile ancora ossessionata dalla morte dei suoi genitori, non è convinto di poter fare la differenza in una città che non ha mai avuto tanto bisogno di lui come in quel momento.

Robert Pattinson ha saputo rappresentare in maniera eccellente anche il lato più “oscuro” del personaggio, dandogli un timbro ombroso che ha fatto sì che il personaggio di Bruce fosse particolarmente d’impatto, capace di dominare la scena in ogni suo punto.

Anche Catwoman ha una sorta di evoluzione, seppur più lenta: viene presentata come una dark lady, ben lontana rispetto allo stesso personaggio, di stampo più fumettistico, interpretato da Michelle Pfeiffer. Donna energica, volitiva, sensibile, ha un debole per i furti e i randagi, così come dimostra anche il suo costume, e sa come muoversi tra la tossica mascolinità. Zoë Kravitz è la seconda attrice di colore a interpretare la donna-gatto, dopo Halle Berry.

Quasi più rilevante di Batman stesso, è la figura de L’Enigmista, interpretato dal bravissimo Paul Dano. Il personaggio è un ragazzo che sa usare i social network per portare dalla sua parte una serie di persone che, come lui, vogliono la distruzione di Gotham a causa della corruzione diffusasi tra le alte cariche della città. Quello che vuole questo “mostro” è smascherare la verità, perché si sa – in una metropoli come quella di Gotham – la giustizia non è quasi mai giusta. Edward Nashton potrebbe essere considerato una sorta di alter ego di Batman: anche lui orfano, con rabbia repressa, una persona che vorrebbe cambiare la città sapendo che qualsiasi progetto fatto dall’alta società per il miglioramento di Gotham è solo una menzogna.

Rispetto alla rappresentazione dell’Enigmista di cinecomics precedenti, in questo caso non abbiamo il personaggio che veste tute verdi e noto per le sue invenzioni, come accadde con l’interpretazione di Jim Carrey in Batman Forever, ma qui viene messa in risalto la sua spiccata intelligenza. Viene dato particolare rilievo anche al suo lato da sociopatico geniale e cruento. Si potrebbe dire che si tratta di uno dei villain più interessanti portati sullo schermo.

Rispetto ad alcune opere precedenti dedicate al Cavaliere Oscuro, poco spazio viene invece lasciato alla figura di Alfred, che è sicuramente stato una figura parecchio rilevante per la crescita di Bruce. Quel che è certo, è che in questo caso il rapporto tra il giovane e il maggiordomo, per quel poco che si vede, sembrerebbe complicato nonostante il secondo rimanga probabilmente la persona più cara e vicina all’eroe.

Vi è un richiamo alla saga de Il Padrino nel personaggio del Pinguino: il suo trucco riprende quello della figura di Fredo Corleone. Abbiamo un mafioso sfregiato, penalizzato, desideroso di riscatto.  

Per quanto riguarda le ambientazioni, su ispirazione dei gialli e noir degli anni ’70, Gotham è una città grigia, piovosa, sporca, in cui edifici moderni e strade trafficate sono contrapposte a palazzi di pietra e mattoni, mentre la casa dei Wayne ha un’architettura gotica alla stregua dei film di Tim Burton.

Per come viene rappresentata, la città si presta in maniera eccellente a rappresentare al contempo la parte più affascinante e decadente della città, allontanandosi da quella che era stata la versione di Nolan. È qui evidente come Gotham sia una sorta di inferno sulla terra, in cui molti degli abitanti sono piegati dal crimine.

A livello visivo, quindi, non passa di certo inosservato, perché si tratta sicuramente di un’opera tecnicamente molto raffinata.

Il regista e gli sceneggiatori hanno anche saputo unire con grande maestria i diversi materiali dedicati all’eroe di Gotham, a partire dai fumetti, mischiandoli perfettamente con tutta una serie di altre ispirazioni, a partire dalla musica per poi arrivare al noir.

Tra i contro del film, però, vi è la traduzione di alcune battute, in particolare gli enigmi, che in italiano sembrano un po’ ridicoli, ma in lingua originale hanno una resa nettamente maggiore. Di certo non aiuta neanche la lunghezza del film, che per chi segue sporadicamente i cinecomics potrebbe risultare a tratti interminabile, se si considera anche la lentezza di alcune scene, anche se i colpi di scena e i vari enigmi posti dall’Enigmista valgono tutto il tempo dedicato alla visione.

La parte finale del film lascia presagire che potrebbe esserci un sequel del film, di cui non si hanno ancora notizie. Probabilmente uno dei protagonisti potrebbe essere il Joker, vista l’ambientazione nel manicomio cittadino, l’Arkham Asylum, dove abbiamo un Enigmista dietro le sbarre che dialoga con una figura che potrebbe corrispondere al pagliaccio.

2 risposte a "The Batman: recensione del film con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano e Colin Farrell"

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    1. Ammetto di aver visto il film più per passione nei confronti della figura di Batman che per quella dei noir di quegli anni, ma se devo proprio citarne uno direi Chinatown di Polanski

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