Intervista a Chiara Bastianelli, autrice della quadrilogia “Velhot”

Ed eccoci alla seconda intervista di Narrativa Fantasy. Oggi parleremo con Chiara Bastianelli, autrice della quadrilogia Velhot, di cui sono usciti i primi due volumi: Velhot – Il Maestro delle Anime e Velhot – Il Mondo riflesso. Parliamo prima un po’ di te: come è nata la tua passione per la scrittura?

Prima di tutto vorrei ringraziarti per questa bellissima iniziativa, per darmi spazio e voce sulla tua pagina. Grazie davvero.

La passione per la scrittura è nata in realtà quando ero molto piccola – quarta o quinta elementare – momento in cui ho deciso di scrivere poesie contornate da disegni di soli sorridenti e nuvole dai contorni azzurri.

Tra i vari autori emergenti che scrivono fantasy ti distingui sicuramente per il sottogenere della tua quadrilogia: cosa ti ha spinto a scegliere il dark fantasy?

Sono attratta dalle atmosfere cupe, dai racconti inquietanti e amo guardare film horror o giocare a videogame dello stesso genere. Non credo di aver scelto io questo genere, credo che sia più il genere ad aver scelto me, ad avermi attirata quando, forse, avevo più bisogno di scoprirlo.

C’è qualcuno o qualcosa che ti ha ispirato per la nascita di questa storia?

Di base mi sono ispirata al background che ho creato per un mio personaggio di d&d, condito con fantasticherie sul personaggio della quarta stagione di The Strain che ho spesso usato per rappresentare Sariel prima che arrivassero le illustrazioni.

Ho trovato molto interessante il fatto che il protagonista sia un uomo che non corrisponde propriamente a quelli che sono i canoni attuali di bellezza. Come mai questa scelta? Vuoi parlarci un po’ più di lui?

Non mi sono mai sentita in armonia con i canoni di bellezza standard e mi sono sempre piaciuti gli esseri mostruosi – Re Cornelius a soli 5 anni, Voldemort a 10 – dunque non è stato per me difficile innamorarmi perdutamente della figura che ha ispirato fisicamente la creazione di Sariel.
Ho buttato in lui parti importanti di me, parti essenziali del mio essere e quanto desidererei fosse al mio fianco. Sariel è una personalità che mi sono costruita nel tempo e gli anni, un insieme di uomini che hanno segnato la mia vita e mi sono rimasti dentro con tutti i loro disagi. Ho preso solo il buono, per così dire, da queste esperienze e l’ho mischiato con la parte di me più fredda e calcolatrice.
Ecco qua Sariel.

Clara, protagonista di Velhot di Chiara Bastianelli

Quanto di te c’è nel libro?

Come ho detto anche prima, Sariel è una parte di me, ma lo è anche Clara. Clara è la parte che forse vorrei spiccasse di più, ma al contempo si completa con quella del mostruoso vampiro. Poi ci sono Joseph ed Ezekiel che hanno fatto parte del mio vissuto in modo diverso, così come Giulia. Il mio libro è una parte della mia anima e regalarla a voi, aprivi il mio mondo e mostrarvi quanto c’è all’interno è per me una gioia immensa.

In quale personaggio ti rispecchi maggiormente e perché?

Mi rispecchio parecchio in ognuno di loro proprio perché ogni personaggio riflette una parte del mio vissuto.

Sul tuo profilo pubblichi spesso illustrazioni collegate al tuo lavoro. Come ti è venuta questa idea?

La scrittura non mi è mai bastata. Volevo portare su carta i personaggi, renderli reali e tangibili. Far sì che anche chi non aveva letto il libro potesse fermarsi ad ammirare i protagonisti, le loro differenze e quanto fossero fuori dagli schemi.

Hai pubblicato anche qualche foto in cui mostravi il tuo cosplay di Clara. Com’è il tuo rapporto con il mondo dei cosplayer?

Ho sempre fatto cosplay poco elaborati e mi è sempre piaciuta l’idea di calarmi nei panni di personaggi che mi sono a cuore o semplicemente che mi piacciono. L’ultimo vero cosplay era Pyramid Head di Silent Hill Homecoming.

Il 10 marzo è uscito il secondo volume Velhot: Il mondo riflesso. Cosa è cambiato rispetto alla pubblicazione del primo romanzo? È stato più facile procedere scrittura e la pubblicazione?

Nella stesura di un romanzo ci sono sempre alti e bassi. Di solito i bassi sono profondità abissali e con gli alti puoi camminare appena sopra il terreno. È stato più difficile perché ho creato delle aspettative con il primo volume e scrivendo il secondo avevo paura di non poterle rispettare. Di creare qualcosa di mediocre. Per quanto riguarda la pubblicazione è stato anche più semplice, tramite il servizio di self-publishing di amazon.

Hai in mente di scrivere altro oltre la tua quadrilogia?

Assolutamente sì! Ma non sono qui per farvi spoiler.

Sariel e Clara, protagonisti di Velhot

Cosa pensi dell’editoria italiana e quanto hai trovato facile (o difficile) poter emergere in un panorama così complicato?

Non credo di potermi considerare ancora qualcosa di più di un’emergente e purtroppo devo ammettere che è difficile, specialmente nel contesto italiano, in un panorama letterario che predilige la superficialità e gli stereotipi alla profondità e il diverso. Sembra quasi che molti lettori ne abbiano paura. Alla fine è questione di gusti e capisco bene la reazione di chi potrebbe essere disgustato dal rapporto dei miei protagonisti, dall’aspetto di Sariel o possa discordare con il carattere impulsivo di Clara.

Ti senti di dare qualche consiglio agli altri autori emergenti?

Consiglio sempre di puntare sulla qualità e cercare di affiancarsi a figure professionali che li aiutino e supportino lungo tutto il percorso. Consiglio di supportare gli altri autori emergenti come meglio possono perché, a mio parere, dovremmo essere una comunità coesa.

Dai alcuni motivi per cui dovremmo leggere i tuoi libri:

I protagonisti non sono convenzionali come non lo è la storia, una prospettiva dal punto di vista dei “cattivi”. Ho messo molta psicologia tra le pagine in cui si parla di traumi e risposte a questi tramite azioni che potrebbero sembrare sbagliate o avventate, ma sono concordi con una mente plagiata.
Ho inserito anche un pizzico di horror attraverso creature vecchie come il mondo e inquietanti.

Lasciaci una citazione:

«La vostra immaginazione non vi salverà da ciò che si nasconde nell’ombra.»

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