«Grim, hai mai pensato al significato della morte? Ogni essere nasce, impara, combatte, vive per poi giungere inesorabilmente alla sua fine eterna. Può avere un senso? No. No, non può essere, non può tutto finire e rendere vano il concetto di vita di un individuo. Sarebbe il più grande controsenso dell’Universo.»
“L’anima dell’acqua” di Giulia Calligola, spin off de “Il Giudizio di Persefone”
Medioevo, a cavallo dell’anno 1000. Leuce è una giovane ninfa oceanina, pudica e timida, in accordo con le virtù femminili della sua epoca. Così come le impongono le tradizioni, è convinta che tutta la sua vita sia già stata scritta, che il suo unico scopo sia quello di sposarsi ed essere una buona moglie. Almeno fino a che non rimane bloccata negli Inferi e tutto il suo mondo si capovolge: non più moglie ma concubina, per obbligo, di un Dio oscuro che teme e crede di detestare.