La tradizione delle illustrazioni di libri e storie è nata nell’800 ed è arrivata fino a noi: l’apporto che è stato dato da alcuni artisti alle immagini fantasy è stato fondamentale. Anche se non sempre si conosce il nome di chi ha fatto un determinato disegno, infatti, durante l’acquisto di un libro si rimane colpiti prima di tutto dalla copertina e dalle immagini presenti al suo interno.
Chi illustra libri si può ritrovare a lavorare anche nel mondo dei videogiochi, dei fumetti, delle card e dei giochi di ruolo. La loro arte è stata molto importante nell’immaginario fantasy, perché alcuni hanno interpretato universi legati alle fiabe, creando immaginari basati sulle creature del folklore.
Uno dei disegnatori più conosciuti è l’olandese Rien Poortvliet, che negli anni ’70, con l’aiuto dei testi di Will Huygen, aveva creato un fenomeno di costume con il libro illustrato Gnomi (1976), facendo scoprire il mondo di queste fantastiche creature che poi sono state rappresentate in libri, cartoni animati e iniziative collegate, come un museo a lui dedicato in Olanda.
Negli stessi anni venne pubblicato è Faeries (1978), disegnato da Brian Froud e Alan Lee. Quest’ultimo è il disegnatore ufficiale dell’opera di Tolkien, e vinse l’Oscar per la migliore scenografia per Il ritorno del re. Il titolo venne tradotto in italiano con Fate, termine che potrebbe essere fuorviante se si considera che generalmente, almeno nel nostro Paese, si è portati a pensare a queste creature come belle fanciulle, e non anche spiritelli, goblin, coboldi e altri personaggi non proprio gradevoli esteticamente. Inoltre, nell’edizione italiana sono state apportate delle modifiche, inserendo storie legate alla tradizione della nostra nazione al posto di quelle britanniche.


Degli anni ’90 sono invece i lavori del francese Pierre Dubois, sceneggiatore di fumetti, scrittore, esperto di folklore e fantastico, che si era occupato del Piccolo Popolo con tre volumi: La Grande Encyclopédie des lutins (1992), La Grande Encyclopédie des fées (1996) e La Grande Encyclopédie des elfes (2003), in cui ha presentato uno studio enciclopedico su queste creature, facendo dei richiami a tutte le tradizioni, come se fosse un trattato scientifico. In italiano, purtroppo è uscito solamente il primo volume di questo trittico, anche se Oltralpe l’autore viene considerato una delle massime autorità del fantastico.
Italiana è il talento Desideria Guicciardini, che aveva realizzato le immagini del libro Le creature del Piccolo Popolo (1995) di Francesca Lazzarato, una sorta di imitazione riuscita di altre opere analoghe uscite all’estero.
Non si può non citare anche Boris Vallejo, peruviano naturalizzato statunitense, che è uno dei più iconici disegnatori di fantasy: nella sua carriera ha curato le locandine cinematografiche di film come Guerre Stellari e Barbarella, oltre ad essere legato ad un universo di guerrieri e donne sensuali e mezze nude. Nei suoi disegni si è ispirato a miti, folklore e archetipi, influendo a sua volta su numerosi artisti di questo genere.
Collaboratore di Alan Lee è stato John Howe, che nella sua attività ha creato opere legate a Tolkien, curando anche la grafica dei film di Peter Jackson, copertine di romanzi di ambientazione fantasy medievale come Beowulf, alcune edizioni tedesche di libri. Ha collaborato alla realizzazione delle card di Magic e illustrazioni di uscite speciali delle opere di George R.R. Martin e Robin Hobb.
Larry Elmore ha creato un mondo di illustrazioni fantasy che ha dato il via a universi quali Dungeon and Dragons, Dragonlance anche in romanzo, il fumetto SnarQuest, e così via, creando castelli, personaggi di vario tipo e scenari che sono entrati nell’immaginario di diverse generazioni.
Ciruelo Cabral, il cui vero nome è Gustavo, ha utilizzato una tecnica che mescola acrilico e pittura ad olio per la realizzazione di disegni in cui figurano personaggi come fate e draghi. Ha anche realizzato copertine di libri, tra cui la saga della Shadow Moon di George Lucas, Lp e riviste, card, art-book, ecc.
Per quanto riguarda il fantastico in Italia, ci sono stati disegnatori illustratori come Carlo Jacono, Curt Caesar, Ferenc Pinter, Marco Patrita, Franco Brambilla, e altri, che si sono occupati – con stili diversi – di realizzare copertine per la collana Urania, che tratta di fantascienza ma ha comunque ospitato romanzi fantasy per certi periodi.
Se ci si sposta in Giappone, una delle figure più rilevanti è Akemi Takada, character design di anime come Lamù, Patlabor, L’incantevole Creamy, Orange Road e di altre opere originali dove è forte la presenza del fantastico e del fantasy, come si può notare nel film The long goodbye, uno speciale su Creamy.
Meno nota, ma della stessa nazione, è Mutsumi Inomata, che si è occupata in particolar modo di anime e illustrazioni di romanzi di genere di autori giapponesi, collaborando a storie fantasy come Windaria, Leda e Utsunomiko, realizzando tavole che poi sono state raccolte nei suoi art-book.
Ancora oggi fiabe e romanzi fantasy continuano ad essere letti e pubblicati, interessando anche artisti che lavorano per un pubblico adulto. Tra questi il francese Benjamin Lacombe, che ha realizzato illustrazioni dedicate alle fiabe, come L’erbario delle fate (L’Herbier des Fées), Biancaneve (Blanche Neige) e C’era una volta (Il était une fois), libro in cui vengono raccontate fiabe quali Alice, Pinocchio, Pollicina e Barbablù. L’interesse per questo genere sta portando diversi giovani a studiare per diventare illustratori, con nomi nuovi che si aggiungono e cercano di farsi conoscere soprattutto negli eventi a tema, mescolando stili e immaginari, aggiungendo nuovi universi a quelli già conosciuti.
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